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4 Aprile 2014
Langhe Doc nel programma del ciclo di proiezioni "Campagne d'Italia" - BERNA (Svizzera)
sito web
Porträt dreier ketzerischen Persönlichkeiten. Ein Hirt, ein Teigwarenhersteller und eine Weinproduzentin sind auf der Suche nach einem neuen Verhältnis zwischen Nahrung und Terroir. Sie versuchen damit dem sozialen, kulturellen und landschaftlichen Verfall des „Italiens der Industrie- und Lagerhallen“ entgegenzuwirken. Definition des Journalisten Giorgio Bocca.
28 Settembre 2013
Langhe Doc allo SLAFF (Social Lab Film Festival)
(sopra: articolo da "La Stampa"
del 28 Settembre 2013)
10 Luglio 2013
Langhe Doc ai "Rendez-vous du cinéma italien" a Montreal, Canada.
Quand : mercredi 10 juillet 2013
Heure : dès 20h30Où : Parc Dante
rues Dante et Alma Montréal Rosemont - La Petite-Patrie
Téléphone du contact : 514-872-1730
Trois producteurs alimentaires traditionnels passent pour des hérétiques en ces temps moderne. Le réalisateur critique à travers ces 3 artisans ce que son pays est devenu, un pays où la campagne traditionnelle est assiégée par l’urbanisation extrême et la déréglementation économique.
11-14 Luglio 2013
Langhe Doc al "Mefest Film Festival" di Surdulica" , Serbia
Festival dedicato ai film a tematica ambientale, turistico, sportiva, con un illustre direttore artistico: Emir Kusturica.
Langhe Doc, oltre che nella selezione ufficiale del Festival, è in concorso per il Grand Prix Gavrilo Azinović
12 Luglio 2013
Langhe Doc al Moffe (Monnezza FIlm Festival) 2013
Dal Nord al Sud della penisola, il MoFFe Monnezza Film Festival 2013 ci porterà tra i terrazzamenti agricoli della Valstagna fino agli aranceti della Sicilia, passando per le colline delle Langhe e le verdi campagne della Campania. Tutto questo parlando di emergenze ambientali e del territorio, inquinamento da nanoparticelle e sfruttamento del lavoro nero e dell’immigrazione; ma anche raccontando soluzioni per un futuro sostenibile che nascono da nuovi sistemi di smaltimento e “non-produzione” di rifiuti e anche da un ritorno alla terra nuda e cruda delle giovani generazioni di “contadini 2.0” ed il ripopolamento di terre da anni abbandonate.
La Rivoluzione Terrestre
Ti piace la copertina di Langhe Doc?
E' opera di un bravissimo artista di nome Valerio Berruti
A Valerio Berruti e alla sua arte è dedicato il film documentario "La Rivoluzione Terrestre".
Clicca qui per acquistare il dvd (
e approfitta dell'offerta sull'acquisto di Langhe Doc + La Rivoluzione twerrestere!)
sotto.il trailer del film "La Rivoluzione Terrestre"
Langhe Doc a Sorgente del Vino Live 2013
Sabato 27 aprile 2013 alle ore 15 il programma di Sorgentedelvino LIVE 2013 accoglie la proiezione del documentario “Langhe Doc – Storie di eretici nell’Italia dei capannoni”. Il film di Paolo Casalis racconta con intensità le Langhe di oggi e quella resistenza umana ed agricola che continua a difenderne l’identità.
I Prossimi Appuntamenti con Langhe Doc
8 Febbraio - Valpolcevera (GE) Proiezione del film + dibattito + Mauro Musso ai fornelli!
20 Febbraio - Condove (TO)
Proiezione del film a cura di Piemonte Movie
9 Marzo - Cupramontana (AN)
Proiezione del film + dibatitto (con Corrado Dottori e "La Distesa")
Vino naturale, biologico, biodinamico e altre "etichette" / Estratto "grezzo" dall'intervista a Maria Teresa Mascarello
In questi giorni (ma forse ormai è più opportuno dire mesi, se non addirittura anni) impazza la dicussione su vini naturali, biologici, biodinamici.
Per alcuni sono i più buoni, gli unici vini degni di questo nome, per altri puzzano, non sono igienici, sono un prodotto del mercato ... su siti e blog che si occupano di vino proliferano le prese di posizioni nette e tranchant e le litigate furiose: ci piace dare il nostro contributo, pacato ed "esterno", riportando in merito le parole di Maria Teresa Mascarello
Ottobre 2012 / October 2012
Langhe Doc @ Terra di Tutti Film Festival, Bologna
Settembre 2012
Langhe Doc vince il premio del pubblico al Corto e Fieno Festival di Ameno (NO)
Bellissima accoglienza per Langhe Doc in quel di Ameno (e mai come in questo caso nomen omen: Ameno è un lontano - almeno per noi langaroli - ma affascinante paesino che si affaccia sul lago D'Orta, in una parte del Piemonte che ammettiamo, e colpevolmente, di frequestare poco).
Sabato 14, presso il Museo Tornielli, vi era stata un'affollata proiezione accolta calorosamente dal pubblico, e il giorno successivo Langhe Doc si è visto assegnare la "Vanga d'oro", originale riconoscimento (letteralmente: un premio con le fattezza di una vanga dorata) che incorona il film più gradito dal pubblico in sala nel corso dell'intera rassegna!
Grazie al Festival, grazie agli organizzatori (Paola e Davide in primis)
e grazie al pubblico.
Lunga vita al Festival Corto e Fieno!
PS: ovviamente fingiamo di ignorare l'implicito riferimento del premio e delle sue fattezze (qualcosa del tipo: "Autori del film, tornate a zappare la terra!")
September 2012
To all visitors from outside Italy:
NOW YOU CAN FIND LANGHE DOC ON AMAZON !!
Settembre 2012
Siamo orgogliosi di fare parte della selezione ufficiale del Festival Cinematografico Corto e Fieno di Ameno (NO) e del Terra di Tutti Film Festival di Bologna.
Il primo appuntamento è per Sabato 15 Settembre ad Ameno(NO), presso il Museo Tornielli, mentre il Terra di Tutti Film Festival avrà luogo nel mese di ottobre (presto maggiori informazioni su queste pagine).
Luglio 2012/ 2012, July
Continuano (ad un ritmo più slow, ma continuano) le spedizioni di Langhe Doc in formato DVD+LIBRO o DVD semplice, e continua anche l'offerta estiva.
Per comparire in questa foto, visita la pagina https://www.produzionifuorifuoco.it/langhedoc/dvd.html
In the picture: we're actually shipping many DVDs, thanks for your support. To order your copy visit https://www.produzionifuorifuoco.it/langhedoc/dvd.html
Aprile 2012
"Langhe Doc.Storie di eretici nell'Italia dei capannoni" è nella lista dei film in concorso per i David di Donatello, sezione Documentari.
Langhe Doc has received the
nominee at "David di Donatello", the "Oscar"for best italian movies, in the Documentary category.
Una bella sorpresa nel nostro uovo di pasqua: Langhe Doc è in concorso per i David di Donatello, sezione Documentari.
La cosa ancora più sorprendente è che il film è stato iscritto al concorso a nostra insaputa... ma allora il metodo Scajola-Bossi funziona davvero! (ora attendiamo la casa, però)
Aggiungiamo che è la seconda candidatura per la piccola casa di produzione del film, la Stuffilm Creativeye (www.stuffilm.com), dopo quella del documentario "Vetro Piano" nel 2010.
Grazie a tutti gli amici,sostenitori e spalleggiatori del film, senza di voi avremmo fatto ben poca strada.
per i non addetti ai lavori, da Wikipedia: "il David di Donatello è un premio cinematografico italiano, assegnato dall'Ente David di Donatello dell'Accademia del Cinema Italiano in diverse categorie e può essere considerato come l'equivalente per il cinema italiano del premio Oscar"
LINK
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Read some reviews of the movie from outside Italy (in English, Dutch, Croatian, Jewish)
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6 Maggio 2012
Langhe Doc alla Cascina Cuccagna, Milano
Domenica 6 Maggio si torna a Milano. E anche questa volta la location è spettacolare: l'altra volta era il cinema Mexico, questa volta...beh giudicate voi dalla foto. Appuntamento a Domenica 6 Maggio per Expo Days, Cascina Cuccagna, Milano.
Un articolo su Langhe Doc sul numero di Febbraio del mensile "La Cucina Italiana"
di Paolo Paci
SOLO GLI ERETICI POSSONO SALVARE LE LANGHE
Uno fa i tajarin, un altro coltiva cereali,
una terza produce Barolo. Ma sono diversi, stanno facendo una rivoluzione silenziosa. La loro storia in un docufilm
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO
Altre recensioni del film:
Langhe Doc sulla "Gazzetta Gastronomica / Febbraio 2012
Qualche giorno fa mi è arrivato per posta, dopo averlo richiesto via mail, il DVD di Langhe doc, l'ultimo film documentario di Paolo Casalis.Lo guardo con attenzione: rapita per 52 minuti.Giorgio Bocca apre il film parlando di territori e raccontando le sue Langhe, quelle che comandante della Decima Divisione aveva liberato come partigiano. Il paradiso di un tempo è in pericolo e questo film documentario è un allarme. CONTINUA
Langhe Doc su "The Kitchen Times" / Febbraio 2012
"Quando le zone-cuscinetto ormai irrimediabilmente compromesse da edilizia selvaggia e capannoni, si trovano nel bel mezzo della Langa del Barolo o addirittura in Alta Langa, ha ancora senso parlare di aree d’eccellenza? Quando chi visita Neive o Barbaresco non riesce più a scattare una fotografia del panorama senza inquadrare capannoni, palazzi, autostrade, viene meno il concetto stesso di paesaggio vitivinicolo”. CONTINUA
Vi proponiamo la lettura di un bel post, a firma Federico Ferrero, pubblicato su Intravino
Fiere satelliti | Augurare lunga vita a Cerea e Villa Favorita è un fatto naturale
«Viniveri non mi piace, sottintende che gli altri siano vini falsi». Ho passato una vita a litigare con mio padre (lui scuola enologica? Io liceo classico. Lui repubblicano? Io repubblichino). Poi si cambia idea – tranquilli, gli anfibi Doc Marten's del 1991 li ho buttati nell'immondizia da mo' – e arriva quel giorno in cui l'istituzione paterna si trasfigura, da ostacolo perfido tra te e la libertà, in guida spirituale. Lui non lo sa, anzi, non lo ha mai voluto ammettere per ritrosia sabauda. Ma nel rutilante mondo del vino, pur facendo di tutto per restare nascosto, lo ricordano ancora oggi, nonostante il Ferrero abbia lasciato il campo di battaglia nel 1995. Lui e il suo Cerequio di Marengo&Marenda. Lui e il suo naso che gli aveva permesso di riconoscere un Barolo dalla polvere della strada che passa per un vigneto lamorrese (ovviamente si guardò bene dal raccontarmelo: lo venni a sapere anni dopo, dal suo collega Lorenzo Tablino). Faceva del vinovero, tanto per intenderci, solo che ai tempi il comportarsi da tradizionalisti (e non trattare una vigna come le foreste del Vietnam in Apocalypse Now, per dire) equivaleva a farsi tacciare di passatismo dagli amanti della ricetta del dottor X per un vino tecnologico (gli anni Novanta portarono un'onda di riflusso di produttori ispirati da Boccioni e Marinetti, per nostra fortuna presto rinsaviti). Oggi lo farebbe ancora così, il vino, ma non gli piacerebbe prendersi unilateralmente l'esclusiva della verità (anni fa già litighicchiava con l'amico di una vita, Baldo Cappellano, su quel nome per lui infelice). Del resto, oh: quando è moda è moda, ammoniva Gaber.
Anche quest'anno mi sono portato dietro la mia Treccani semovente e respirante per farmi guidare non per le strade della moda, ma per i banchetti di ViniVeri e di Vinnatur. I seguaci di Intravino e, più in generale, quelli che Beppe Rinaldi di Barolo chiama gli iniziati1potrebbero scrivere un altro Guerra&Pace solo per spiegare cosa divida insanabilmente il Controvinitaly numero uno dal Controvinitaly numero due. Ma, lasciatevelo dire da chi ha mezzo piede dentro e l'altro uno e mezzo fuori, sono questioni essenziali per chi le vive e del tutto insignificanti per chi beve vino pur con una certa contezza di quanto mette in tavola. Giusto parlarne tra voi, tra produttori, tra specializzati e, per l'amor del cielo, la soluzione non è la mediocrità. Non sto scrivendo l'apologia della conversione all'agire approssimativo e grossolano. È che, se vi piace rivolgervi anche a chi apprezza (quindi sceglie, quindi compra, quindi immagino vi interessi) il vino senza sapere esattamente cosa significhi pas dosè o rimontaggio manuale, beh, è obbligatorio parlare soprattutto di altro.
Per esempio di Cerea, sede ormai stabile – pare – di ViniVeri. Che ha sacrificato il fascino (e il parco, che qui manca dannatamente) della villa palladiana per un'area expo certamente più funzionale3. E di qualche alfiere incontrato quasi per caso: come Enrico Druetto (un farmacista, ma niente pericolo) e il suo Môrej, una barbera alessandrina contaminata dalla notte dei tempi con altre viti piantate nel terreno di famiglia. Certo: potrei copincollare il depliant, pratica più diffusa di quanto alcune anime candide non credano, e scrivere che il risultato di queste pratiche tradizionali è un vino rosso rubino scuro impenetrabile alla luce, quasi ad evocare il titolo del libro di Paolo Ferrero 'Quando la barbera era nera'. Il bouquet presenta aromi terziari che vanno dal cacao al tabacco fino al cuoio e alla liquirizia. Ma c'è anche prugna secca in confettura. Invece preferisco segnalarlo perché è veramente buono. Un peccato archiviarlo come una barbera del Monferrato (infatti Druetto si astiene, avendo rinunciato all'appellativo, e secondo me ha fatto bene). C'è Ezio Cerruti, un pazzoide che vive negli ultimi scampoli di Langa e che, coi vicini di casa che lo guardano torvi, fa la vendemmia col piumino e il berretto di lana per tirare fuori il Sol, un moscato passito per cui fare la ola seduti a tavola è davvero il minimo (obbligatorio nella versione botrytis, quella radicale). Ci sono i grandi, come Beppe Rinaldi – che penso andrà a ViniVeri per empatia e condivisione, da buon compagno, perché il suo vino è più venduto dell'ultimo romanzo di Massimo Gramellini e di tutto ha bisogno tranne che di pubblicità. Ma fa da traino per i piccini, per coloro che di farsi conoscere hanno bisogno (la formula Gaber, anche qui, funziona: diciotto persone contate, mediamente genuflesse, davanti allo Champagne di Eugène Prudhomme, senz'altro meritevole; nessuno, al momento del mio passaggio, per il Fiano Don Chisciotte di Zampaglione, che non sarebbe male ma in uno degli assaggi ho trovato un che di salmastro, di acciuga. La Treccani dice che probabilmente è dovuto a un eccesso di macerazione.
Ecco, più in generale: vino naturale, d'accordo. Divieto di ingresso al professore pazzo di chimica in cantina, no lieviti selezionati, no concentratore, solforosa ai minimi. Tutti d'accordo (oggi: fino all'altroieri parlare così era da folli). Ma senza perdere di vista l'obiettivo: il vino deve essere buono o forse quel prodotto che – cito letteralmente – mi è stato presentato come «buongiorno è 100% naturale non ci metto niente ma proprio niente», e poi è più spigoloso e accidentato di un viso di Picasso4? Ho assaggiato un bianco di un domaine dal buon sèguito a ViniVeri e sono rimasto basito, per dire. La Treccani mi è arrivata in soccorso: «Hai presente quando dimentichi una bottiglia di arneis per una settimana sul davanzale al sole? Ecco». Vai di ossidazione: ma che è, sherry?
L
ascio Cerea e gli amici eretici Musso e Pistone (non fanno vino ma non ne parlo, per conflitto di interessi5): qualche chilometro più in là, a Vinnatur di Villa Favorita, ritrovo Ferdinando Principiano, che non è solo un amico ma anche un futurista fulminato sulla via di Monforte. Un signor produttore. Il suo Boscareto lo regalerei a mio figlio per i diciott'anni (ed è un attestato di stima, non avendo figli né progetti imminenti in tal senso). Ce ne sono tanti altri: mi sono appuntato alcune stellette accanto a Laherte Frères, ai coraggiosi ragazzi di Ploder Rosenberg col loro pinot blanc proprio ben fatto. Gli chardonnay di Julien Labet, che ha fatto un lavoro da monaco amanuense con micro selezioni del territorio e un vin de voile (non trascurato, per intenderci) da urlo. Una croce, a proposito, sul produttore italiano il cui prosecco gode di una definizione ad hoc nel tomo Treccani: il vino del pelandrone. Sono quei vini che andrebbero travasati e invece rimangono lì, a prendere quell'odore feccioso che non deriva dalla sfiga o da chissà quale ispirazione trascendentale che noi non potremmo mai comprendere ma dalle sostanze che finiscono sul fondo e ivi restano. Penso, e lo dico in punta di piedi, che questo sia un aspetto non secondario del manifesto della genuinità: anche mio nonno, di professione muratore, come tutti i langhetti faceva il vino del contadino. Solo che, privo dei più elementari rudimenti di enologia, non lavava mai le botti perché suo nonno gli aveva insegnato a fare così. Travasare? Manco a parlarne. Colmare? Non scherziamo. E il suo vino naturale era pestilenziale. Penso sia importante restare guardinghi, insomma, fare attenzione a non permettere a taluni di mascherare la propria insipienza e/o pigrizia in cantina per riverenza ai capisaldi del vino secondo natura. Diversamente il mio prossimo ospite preferirà il prosecco chimico dell'ipermercato a quello pigiato coi piedi, biodinamico e imbevibile del produttore illuminato e io non avrò argomenti per convincerlo a bere naturale.
Nel pomeriggio scendo la scalinata di Villa Favorita, tutto sommato senza zigzagare. Mi arriva una telefonata: «Ehi, siamo a Vinitaly. Domani si apre. Gira voce che quel produttore di Alba, Tizio, abbia piazzato due ucraine da paura al suo stand. Vieni?». Al di là delle divisioni sindacali, insomma, augurare lunga vita a ViniVeri e Vinnatur è un dovere morale. Magari piazzando due bei cani da guardia all'ingresso.
Una recensione del film da Greenme.it
un articolo di Pamela Pelatelli
Consumo di territorio: il documentario che racconta gli eretici delle Langhe
Il primo viso che appare sullo schermo quando si pigia play è quello di Giorgio Bocca: le rughe messe lì a ricordare che la vita, quella vera, pretende di lasciare segni. Come le parole: ne bastano poche per incidere sul rumore quotidiano come un bisturi sulla pelle. "Nel breve spazio della mia lunga vita l'Italia è cambiata in una maniera spaventosa. E' tutta una corsa contro il tempo. Bisogna riuscire a diventare civili prima che il disastro sia completo. Bisogna vedere se arriviamo ancora in tempo per salvare questo paesaggio, per me in gran parte lo abbiamo già distrutto". Inizia così Langhe DOC. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni, il documentario di Paolo Casalis prodotto dalla piccola casa di produzione Stuffilm di Alba (CN).
Un film gentile che in maniera intelligente denuncia la svendita di un territorio. Inizia con una sequenza di immagini fotografano file di capannoni, villette a schiera, discount, outlet, palazzoni e complessi residenziali. Un catalogo di prodotti derivati dal cemento armato che si fanno spazio tra pendii di colline dolci e vitigni preziosi, coltivazioni di nocciole uniche al mondo e vecchi casolari. E' l'Italia dei capannoni: quella degli orrori architettonici sovvenzionati dalla promessa di "infinite sorti e progressive" oltre che dall'assenza di piani regolatori e di amministratori incapaci di venir meno a qualche voto "sporco".
Quello che ha toccato queste terre negli ultimi quarant'anni è un cambiamento lento. Da povera ha cominciato a conoscere il benessere, la spesa dal contadino si è trasferita nelle migliaia di metri quadrati di un supermercato, quella nel negozio di paese dentro un negozio in franchising. Un percorso che ha interessato tutto il mondo occidentale. Ma un territorio che ambisce a diventare Patrimonio dell'Unesco cosa ci fa con i capannoni?
Abbiamo girato la domanda a Paolo Casalis, autore del film e langarolo "impuro" (da queste parte i territori sono segnati da profondi solchi che delimitano le aree nonché le appartenenze). "Il langarolo è tanto legato alla terra quanto al denaro. Sarebbe stato facile quindi andare a trovare i colpevoli, chi in questi anni ha contribuito ad approvare cementificazioni vandaliche, le imprese edili che hanno lucrato sulla disponibilità di terreno, gli architetti che ci hanno costruito e così via... Ho preferito piuttosto raccontare tre storie positive e, per contrasto, far emergere il negativo".Ecco allora che dopo i capannoni arrivano le pecore al pascolo di Silvio Pistone, lo sguardo disincantato di Mauro Musso e l'esile figura di Maria Teresa Mascarello in mezzo alle sue vigne. Tre "matti" come li definisce la società del "pret-a-manger". Silvio Pistone conduceva, insieme con il padre, una piccola ma redditizia attività di piastrellista quando ha deciso di comprare una trentina di pecore e iniziare a produrre formaggio. Mauro Musso ha lavorato quattordici anni in un supermercato prima di decidere di darsi alla produzione dei tajarin, una pasta tipica di queste parti. A Maria Teresa Mascarello invece il vino scorreva nelle vene. Proveniva da quel padre considerato a sua volta un eretico della produzione vinicola locale e davanti a quel destino segnato non ha potuto tirarsi indietro.
La loro eresia sta nel non voler allinearsi a una vita dedicata al guadagno, alla furberia e dunque all'assalto della natura al solo scopo di ricavarne profitto. Tutti e tre producono ciò che è possibile, senza forzare tempi e quantità, dedicando attenzione alla qualità e al benessere di chi ne godrà. E chi se ne frega se il formaggio finisce, se la pasta costa di più di quella del discount o se le bottiglie sono limitate.Sono uomini e donne che si sono rimpossessati della propria vita o che in fondo non l'hanno mai noleggiata al miglior offerente. Per comunione di valori si frequentano e attorno alle loro tavole ci sono sempre più persone. La terra, messa nelle loro mani, parla la lingua della storia."In fondo alle loro storie, alle loro contraddizioni si intravede la luce" scrive Paolo Casalis nel libretto che accompagna il dvd, acquistabile nelle principali enoteche piemontesi o attraverso il sito web di Stuffilm. Un principio di riflessione contagiosa che sta arrivando sui tavoli delle amministrazioni locali e nazionali grazie a iniziative come "Salviamo il paesaggio" che mirano a portare i riflettori sugli abusi quotidianamente rivolti al territorio.
Pamela Pelatelli
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(in English, Dutch, Croatian, Jewish)
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25-12-2011
L'ultimo saluto ad un grande giornalista, anzi al più grande tra i giornalisti, e sentite condoglianze alla figlia Nicoletta e alla famiglia.
Circa un anno fa, Giorgio Bocca aveva accolto in casa sua, con gentilezza e straordinaria disponibilità, dei perfetti sconosciuti che dicevano (peraltro anche un pò confusamente) di volere realizzare un film sulle langhe e più in generale sulla trasformazione e degrado del paesaggio.
Un lungo dialogo che ci ha fornito i punti cardinali di Langhe Doc, ma soprattutto un incontro che sicuramente noi non dimenticheremo mai.
(leggi qui una piccola raccolta di articoli dedicati a Giorgio Bocca)
Novembre 2011
Langhe Doc nella selezione ufficiale del Tutti Nello Stesso Piatto Film Festival, Trento / 4 Novembre - 31 Dicembre
November 2011
Langhe Doc vince il Sardinian Sustainability Film Festival Concorso Cinematografico Internazionale sulla Sostenibilità
Langhe Doc wins Sardinian Sustainability Film Festival
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Da Radio Popolare di Milano, 03-11-2011
Intervista a Paolo Casalis, regista del film
(clicca play sull'immagine per ascoltare l'intervista)
Scarica l'MP3
Di sicuro ne mancano parecchi, e tra questi alcuni pezzi da novanta... però il terzo posto nella classifica dei Doc italiani più premiati del 2011 non può che farci piacere!
At today (October 24th) "Langhe Doc"
is the 3rd most awarded italian documentary of the year!
Fonte: Cinemaitaliano.info, 24 Ottobre 2011
I NUOVI APPUNTAMENTI DI NOVEMBRE-DICEMBRE 2011
SOME NEW EVENTS AND SCREENINGS IN NOVEMBRES AND DECEMBER
Langhe Doc al mitico Cinema Mexico di Milano
La Terra Trema presenta: LANGHE DOC Storie di eretici nell'Italia dei capannoni
(Un documentario di Paolo Casalis)
A SEGUIRE: CHIACCHIERE E DEGUSTAZIONI A PROPOSITO DI PICCOLE PRODUZIONI E GRANDI CAPANNONI, STORIE DI VITA E DI AGRICOLTURA PARTIGIANA.
Con LA TERRA TREMA; Paolo Casalis; Maria Teresa Mascarello, vignaiola; Mauro Musso, produttore di tajarin; Domenico Finiguerra; con i contadini e i vignaioli de LA TERRA TREMA.
Giovedì 3 Novembre 2011 / Cinema Mexico, via Savona 57, Milano
Langhe Doc in concorso al Sardinian Susteinability Film Festival 2011
Il film sarà proiettato il 5 Novembre 2011 ad Abbasanta (OR)
Concorso Cinematografico Internazionale sulla Sostenibilità. E' il primo concorso internazionale realizzato in Sardegna per film sulla sostenibilità, ed è aperto ad opere di qualsiasi durata che trattino il tema sia della sostenibilità ambientale che della sostenibilità sociale.
Langhe Doc a Focus Italia 2011, "V Muestra de Cine Italiano Contemporáneo - Diez días de Cine Italiano en Montevideo".
Del 21 al 30 de octubre de 2011 se llevará a cabo en Montevideo la V edición de la Muestra Cinematográfica Focus Italia en Uruguay, evento organizado gracias a la unión de esfuerzos de Cinemateca Uruguaya, la Asociación de Críticos de Cine del Uruguay (filial Fipresci), el 10º Festival Internacional de Cine de Montevideo y los complejos cinematográficos Movie. Con el apoyo del Ministerio de Relaciones Exteriores, el Ministerio de Educación y Cultura y el Ministerio de Turismo, así como la División Cultura de la Intendencia Municipal de Montevideo.
Dal 21 al 30 ottobre 2011 si terrà a Montevideo la V edizione della Mostra Cinematografica Focus Italia in Uruguay, evento organizzato grazie agli sforzi comuni di Cineteca Uruguayana, Associazione dei Critici Cinematografici dell'Uruguay (affiliata Fipresci), 10° Festival Internazionale del Cinema di Montevideo e gli esercenti multisala Movie. Con il sostegno del Ministero degli Esteri, il Ministero dell'Istruzione e della cultura, il Ministero del Turismo e l'assessorato alla cultura di Montevideo.
Viaje a italia: una vasta serie de documentales que cubren toda la península conformando un ideal viaje por el norte, centro y sur de Italia, islas incluidas. La naturaleza, la sociedad, la cultura, las tradiciones, los conflictos del Belapese. En una atenta selección que reúne calidades cinematográficas y variedad temática. Selección realizada gracias a la colaboración de Doc/it (Associazione Documentaristi Italiani).
Viaggio in Italia: una ricca serie di documentari che percorrono tutta la penisola in un viaggio dal nord al centro al sud, isole comprese. La natura, la società, la cultura, le tradizioni, i conflitti. Un’attenta selezione che sintetizza qualità cinematografiche e varietà tematica. Sezione realizzata grazie alla collaborazione di Doc/it (Associazione Documentaristi Italiani).
Langhe Doc al Festival DOCG, Dogliani Dolcetto e Corti (Garantiti)
L'11 e 12 novembre nelle LANGHE, a Dogliani (CN),il vino con la sua storia, i suoi volti e le sue tradizione, diventa protagonista di una storia per immagini, con il primo festival internazionale che si svolge in Italia dedicato interamente al mondo del vino.
La proiezione di Langhe Doc sarà il 12 Novembre 2011
"Langhe Doc" a Critical Wine 2011, Genova - 13 Novembre 2011
Il 13 Novembre 2011 "Langhe Doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni" sarà proiettato a Genova, nell'ambito di Critical WIne 2011.
Presto nuove informazioni su ora e luogo della proiezione.
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"Langhe Doc. Stories of heretics in the Italy of warehouses" has been officialy selected by Kinookus Gasto Festival 2011
The festival will attend in September from 14th to 18th, in Dubrovnik (Croatia)
The Gastronomic Film Festival KINOOKUS (GFF KINOOKUS) is an international film festival which aims to develop, preserve and promote – using moving pictures - the concept of “healthy pleasure”, through various aspects:
1) the culture of growing, preparing and enjoying healthy food 2) food preparation which follows the traditional recipes and natural food preservation 3) development and use of traditional tools and dishes 4) biodiversity of breeding species, as well as biodiversity in general, as a human need 5) local customs, traditions and cultural identity 6) social justice, human and civil rights 7) education – raising awareness among the young generations about healthy nutrition and the importance of environmental protection 8) holistic approach to environmental awareness Info
Venerdì 9 Settembre 2011 ore 21:00
Proiezione di "Langhe Doc" al Marcarolo Film Festival 2011
Monastero di San Remigio a Parodi Ligure (AL).
Info
Domenica 11 Settembre 2011 ore 15:00
"Langhe Doc" a Fiumana 2011. Info
Ci sono tanti modi per raccontare un paese come l'Italia e le sue degenerazioni. C'è chi se la prende con i cattivi, chi esalta i buoni, chi preferisce il particolare piuttosto del generale. Paolo Casalis in "Langhe doc" affronta l'Italia del cemento e del consumo di territorio con lo sguardo sulle colline della sua terra. I protagonisti sono dei "buoni", eretici in un mondo dove l'eresia rischia di essere sinonimo di buon senso.Non c'è retorica, non ci sono eroi o eroine. Persono contro corrente, questo di sicuro. Maria Teresa, Silvio, Mauro: storie individuali che obbligano ad affrontare i grandi temi. Da una vigna si finisce a parlare di modelli di sviluppo economico, di idee sul progresso. Dei buoni tajarin ti interrogano sulle tue scelte di consumo, su cosa davvero significhi la parola cibo. Delle tome di alta langa evocano un saper fare ed un rapporto con il territorio che è da solo testimonianza di un'alternativa possibile. Sullo sfondo un'economia dei capannoni, il simbolo di un sistema dove lo sviluppo fa rima con una crescita insensata, l'omologazione culturale, la devastazione ambientale, lo sfruttamento. Paolo Casalis e Federico Ferrero non hanno voluto con il loro documentario solamente raccontarci un'altra langa, quella che sta fuori dalle cartoline e non rientra negli itinerari del turismo. Il loro affresco va oltre le coordinate spaziali del basso piemonte, in "Langhe doc" c'è la fotografia di un'Italia mal ridotta accanto a esempi di resistenza e spiragli di speranza. C'è la prova che non tutto è compromesso, a patto di non guardare alla storie dei protagonisti come vie d'uscite individuali ma come irresistibili richiami all'azione collettiva.
"Langhe Doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni" sarà in concorso al Festival del Documentario Naturalistico Scanno Doc (con un nome così, come potevamo mancare?) che si terrà a Scanno - Abruzzo - dal 16 al 18 settembre.
Info
"Langhe Doc"(through the movie's director) will be at the European wine bloggers' conference, in Franciacorta, Italy, from Oct 14th to Oct 16th.
The 2011 European Wine Bloggers Conference will take place on October 14-16, 2011 in Brescia, Italy. Wine bloggers, journalists, wine industry professionals and social media innovators will gather to discuss the convergence of the culture of wine and the internet.
Siete dei wine blogger, o quantomeno dei professionisti del mondo del vino che s'interessano anche degli aspetti legati alla comunicazione e all'informazione in questo strano universo?
Beh, allora non potete assolutamente perdervi, mancano una sessantina di giorni all'appuntamento e fate ancora in tempo ad iscrivervi, qui, l'European Wine Bloggers Conference, che dopo il suo esordio nel 2008 nella Rioja, la seconda tappa nel 2009 in Portogallo, e la terza, lo scorso anno, a Vienna, sbarca in Italia.
Sbarco all'insegna delle "bollicine", visto che sede dei lavori, dibattiti, discussioni e naturalmente degustazioni, saranno Brescia e la Franciacorta. Info
Sabato 20 Agosto 2011 ore 19:00
Proiezione di "Langhe Doc" alla Festa Democratica del Gemonese, Osoppo (UD). Info
La storia di Mauro Musso su "La repubblica"
"Il Pianista con le mani in pasta", un articolo di Carlo Petrini (LEGGI L'ARTICOLO SUL SITO DI REPUBBLICA)
Mauro Musso, nato per la musica e diventato il maestro dei tajarin. “Oggi c’è ben poca qualità, anche fra la roba spacciata per buona in negozi specializzati”
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO
Langhe Doc su "Il Riformista"
Se il protagonista è il paesaggio italiano
di Alberto Alfredo Tristano - Il Riformista 19/6/2011
Una radiografia del nostro Paese e della sua identità attraverso il racconto dei territori che abitiamo. I film di Celati sulla pianura padana, le case fantasma lasciate all'incuria, le Langhe, le isole Eolie raccontate da Giovanna Taviani.
Sostiene giustamente Renzo Piano che siamo fatti di "carne e geografia". E se dunque si volesse radiografare la nostra identità, occorrerà inquadrare il nostro colpo ma anche il luogo in cui esso pulsa, si muove, s'ambienta. Il nostro paesaggio, caratteristica fondamentale della struttura Italia, della sua storia cultura-le,del suo sviluppo, della sua immagine nel mondo, è stato di recente raccontato in alcuni documentari: non parliamo naturalmente di paesaggismo, ma dell'immagine di luogo abitato dagli uomini, dove questi hanno prodotto il loro lavoro, esaurito la propria vita, determinato il loro consumo. I film di cui riferiremo sono stati da poco distribuiti (home video e sale), pur essendo stati realizzati in tempi diversi ...
ALBA DEI CAPANNONI. «Combattevamo per questo paesaggio, per mantenerne la bellezza», così Giorgio Bocca ricorda l'esperienza della Resistenza vissuto nel suo Piemonte, nell'intervista raccolta nel documentario Langhe doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni, realizzato da Paolo Casalis (il film è accompagnato da un libretto scritto da Federico Ferrero con i disegni di Valerio Berruti). Nei luoghi raccontati nella grande letteratura italiana del Novecento, da Pavese a Fenoglio, sono accadute vicende tristi: capannoni ovunque possibile, vigneti al di là del sostenibile e «svicoli stradali degni di Los Angeles». Proprio sui terreni dei migliori vini italiani, c'è stata la peggiore delle invasioni: quella del troppo. Troppo cemento, troppa vite, troppo tutto. Contro questa onda che chiamano equivocamente progresso, si è sviluppata una contro-onda: è la vita che hanno scelto alcune persone di cui Langhe doc racconta la storia. C'è per esempio Maria Teresa Mascarello, figlia di quel Bartolo che è uno dei patriarchi del vino italiano, in particolare per quanto riguarda il Barolo. Chiedono a Maria Teresa di produrre di più, con fermentazioni più veloci, su scale distributive più imponenti. Ma lei dice no. Testarda. Come fa Mauro Musso, che si è messo a fare la pasta, nel suo laboratorio: senza prodotti di sintesi, amidi e glutine; senza packaging, carta patinata, vernice fosforescente. Pasta, e basta. Un'eresia... (leggi l'articolo completo)
Luglio 2011: due nuovi Festival per Langhe Doc
Langhe Doc è stato ufficialmente selezionato e parteciparà ai Festival Epizephiry International Film Festival (14 -15 -16 Luglio 2011 - Sant'Ilario dello Ionio -RC ) e Euganea Film Festival (Padova, 1-17 Luglio 2011)
Giugno 2011 - I prossimi appuntamenti con Langhe Doc (some presentations of the movie in June, in Italy)
Mercoledì 8 Giugno - Castagnole delle Lanze (AT)
Sabato 11 Giugno - Luserna S. Giovanni - Vineria Tredicigradi (TO)
Domenica 12 Giugno - Vinix Unplugged Conference - Genova
Mercoledì 29 Giugno - Ceresole d'Alba
(CN)
25 Maggio 2011 - Menzione Speciale per "Langhe Doc" al Festival Delle Terre - Roma
Le motivazioni della giuria:
"La Giuria ha assegnato a Langhe doc – Storie di eretici nell’Italia dei Capannoni, di Paolo Casalis, la menzione speciale. Nel documentario il racconto di una porzione di territorio italiano, che diventa simbolo della resistenza a forme di sfruttamento intensivo delle risorse."
18/19 Maggio 2011
Langhe Doc al Docaviv Film Festival / Tel Aviv (Israel)
"Langhe Doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni" è stato presentato al Docaviv Film Festival di Tel Aviv, nella sezione Food Doc. Due le proiezioni del film,il 18 e il 19 maggio, che hanno riscosso grande presenza di pubblico e critiche positive.
Langhe Doc has been screened twice at Docaviv Film Festival, Tel Aviv, in the "Food Doc" section. The movie has entered the official selection and has been projected on May 18 and 19.
From the Festival Catalogue: Three stories from Langhe, a magical and unique region, one of the most beautiful in Italy, which is set to join the list of UNESCO World Heritage sites. Three characters - three food manufacturers - who think and work a little differently. Urbanization, saturated construction and accelerated development threaten to change the whole character of the region and turn it into a land of warehouses. The three protagonists refuse to accept this decree of change and, each in their own way, set out to save the Langhe they so dearly love.
15 Maggio 2011
"Langhe Doc" vince la sezione documentari del Valsusa Filmfest 2011!
"Langhe Doc" vince la sezione documentari del Valsusa Filmfest 2011
"Langhe Doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni" di Paolo Casalis ha vinto la sezione documentari del Valsusa Filmfest 2011.Motivazione del premio: Perché è un ritorno alle origini che dimostra coraggio, fantasia e forza andando controcorrente e contrapponendosi a quanti, in nome di un falso progresso, continuano a sbagliare strada.
13 e 14 Maggio 2011
Presentazione del film a Bra e Alba (CN)
- Scarica Comunicato stampa: BRA - ALBA
Venerdì 13 e Sabato 14 maggio, a Bra e Alba, due incontri di presentazione di "Langhe Doc. Storie di eretici nell'Italia dei capannoni" un film di Paolo Casalis, fresco vincitore del Valsusa Filmfest 2011, un libro di Federico Ferrero.
Appuntamento Venerdì 13 alle ore 21:00 a Bra, presso la Sala conferenze del Liceo Scientifico Scientifico-Classico "Giolitti-Gandino", in Via F.lli Carando 43, in una serata orgazizzata dalla Sezione Braidese di Italia Nostra in collaborazione con Slow Food Condotta di Bra. La serata prevede la proiezione di estratti e contenuti extra dal film e successivo dibattito sui temi della tutela e del consumo del territorio.
Con gli autori e i protagonisti del film interverranno Irene Ciravegna, Presidente della sezione braidese di "Italia Nostra"; Roberto Burdese, Presidente "Slow Food Italia" ; Gino Scarsi dell'Associazione "Stop al Consumo di Territorio".
Il giorno successivo, Sabato 14 maggio, il film sarà presentato ad Alba, presso la Libreria La Torre di P.za Elvio Pertinace, in occasione della Notte Bianca delle Librerie. La serata, in collaborazione con "Slow Food condotta di Alba, Langhe e Roero", prevede la proiezione di estratti e contenuti extra dal film e successivo dibattito sui temi della tutela e del consumo del territorio. Inizio alle ore 18:30, chiusura in Piazza Pertinace con un aperitivo eretico e l'occasione di assaggiare i vini della Cantina Bartolo Mascarello.
28-04-2011
Langhe Doc al Valsusa FilmFest
Giovedi' 28 Aprile, a COndove (TO) proiezione di Langhe Doc nell'ambito del Valsusa FIlmFest. Il film è stato inserito nel concorso ufficiale, sezione documentari
19-04-2011
Da "La Stampa" del 19 Aprile 2011
28-03-2011
La collina degli eretici, di Fabrizio Bottini / recensione del film da Eddyburg.it
Langhe Doc: un film sui dissidenti socioeconomici in un territorio tradizionale ma non troppo, che sperimentano sulla propria pelle la post-modernità, cercando spiragli. Anche per noi
link all'articolo originale
Da qui se ne stanno andando tutti.
È il tormentone rappato dell’ultimo video di Michele Salvemini in arte Caparezza, che stufo di stare all’ombra dei grattacieli neobifolchi dalle parti di via Melchiorre Gioia a Milano, se ne scappa in Valbrembana chiedendo un passaggio in camion a un sopravvissuto musicale dei gruppi plastificati anni’ 80. Il sopravvissuto, senza smettere di guidare il camion, gratifica il pubblico con uno stentoreo Goodbye Malinconia! E alla fine del tunnel, sorge il sol dell’avvenire.
Dal territorio delle Langhe invece sembra che non se se stiano più andando tutti.
La fame delle campagne è un ricordo lontano … ma fra chi resta e i nuovi arrivati pare ci sia qualcosa che non va. Il tunnel, invece di essere verso la fine, a prima vista lo si sta invece costruendo e prolungando, lungo lo stradone da Alba verso Bra.
Sono le sequenze iniziali di Langhe Doc. Storie di eretici nell’Italia dei capannoni, film di Paolo Casalis che ha appunto nel sottotitolo qualcosa in comune con l’ultimo album di Caparezza, Il sogno eretico, ma le analogie forse finiscono qui.
Perché se il musicista pugliese pare voglia involarsi via tunnel verso territori lontani, l’architetto piemontese non praticante (definizione sua) al territorio ci sta ben attaccato. Anche se quel territorio dalle prime immagini sembra proprio sepolto da asfalto e prefabbricati.
Si tratta però di un espediente narrativo: il tunnel cementizio cresce, sì, ma è ancora piuttosto lontano dall’aver avviluppato le Langhe. Lancia nondimeno un forte segnale d’allarme. Anche dove non arrivano i bagliori delle insegne al neon (ovvero più o meno dappertutto in queste magnifiche colline a vigna e noccioli) e gli schizzi d’asfalto dei parcheggi, dilagano però lo stile di vita, le aspettative individuali e sociali, le attività che prima o poi potrebbero ritenere indispensabile qualche tipo di “sviluppo”, del genere che ben conosciamo, del genere di solito adorato dalla gran massa dei politici e amministratori alla ricerca di consenso immediato. Ma appollaiati fra quelle colline ci sono però gi eretici, quelli che stanno lì ogni giorno a chiedersi: non c’è un’altra strada? Magari si. Magari no. Il che non vuol dire non cercarla affatto, e farsi tritare dal conformismo ad ogni costo.
Lo ricorda un Grande Vecchio in persona in apertura e chiusura del film. L’efficacissimo Giorgio Bocca che racconta come la lotta partigiana, in fondo nata a nutrita dall’idea di territorio, lo fosse in modo troppo naif e inconsapevole di quello che il territorio era e rappresentava. Proprio per il Piemonte a cui le Langhe appartengono, val forse la pena ricordare come uno dei padri dell’urbanistica italiana, Giovanni Astengo, avesse dedicato ai lavori della Costituente nel 1946 un Piano Regionale basato sui “bacini alimentari”, cellule modulari per costruire territorio, società, democrazia, sviluppo equilibrato. Ma quei partigiani e la cultura che esprimevano forse davano per scontate troppe cose con la liberazione. Non lo erano affatto, riconosce oggi Giorgio Bocca.
Basta guardare quei capannoni, quelle strisce di scatole arredo bagno comodo parcheggio comodissime rate. E i nipotini in sedicesimo che un po’ si infiltrano su per le strade di collina, quel piazzale a parcheggio di troppo, quel magazzino, quei mille metri quadri di asfalto che, qui salta proprio all’occhio, sono mille metri strappati alla terra. Niente di che, per uno abituato, che so, alla linea pedemontana alpina dove gli scatoloni con le insegne si organizzano a pettine, in pratica senza soluzione di continuità da Novara a Verona (volendo anche un po’ più a est e un po’ più a ovest). Qui in fondo è una biciclettata, dal passaggio a livello di Alba all’imbocco della salita a Bra, su cui si affolla disordinato e miserabile lo slum stradale commerciale. E dove spicca per idiozia urbanistica ed estetica quella spianata post sovietica dove l’ipermercato incombe ingoiandosi inopinatamente nel parcheggio tutto il tracciato stradale. Non a caso citato, quel tempio dello scatolonismo, nella copertina del Dvd e del libretto che lo accompagna.
Ma l’architetto non praticante Paolo Casalis pratica però una critica costruttiva del territorio, e risalendo le stradine di collina alla ricerca dei suoi eretici da intervistare si porta appresso l’anticorpo anticapannone: finiremo tutti digeriti là dentro, in un modo o nell’altro?
Gli eretici provano individualmente a fare ricerca, anche per capire quel che di buono magari ci sta, nascosto dietro ai vari aspetti della globalizzazione. C’è un mercato sterminato, e un territorio locale: si possono conciliare? Che rapporto c’è fra l’allevamento sostenibile delle pecore, la produzione di pasta artigianale controllando l’intera filiera, e uno stile di vita da XXI secolo? Il Grand Tour settecentesco con la sua integrazione culturale, alimentare, vitivinicola di qualità, rivolto alle moltitudini del terzo millennio deve essere per forza proposto in scatola, e banalizzato di rincoglionimento mediatico?
Naturalmente la risposta non c’è. L’eresia autentica è ricerca, non predicazione. Diffidate dei falsi profeti e degli spacciatori di certezze. Specie quando paiono proprio dettate dal buon senso comune: il mercato, bisogna pur campare, la mamma è sempre la mamma, ecc. Ma diffidate anche di chi dice bisogna ritornare al bel tempo che fu, quando c’erano i veri valori e compagnia bella. Al bel tempo che fu la gente dai territori scappava per sfuggire alla fame, non dimentichiamolo travolti dalla ruota del mulino bianco.
Insomma l’unico tempo che abbiamo è quello che ci resta. E va usato per cercare, sperimentare, riflettere, e non scordare quello che è già passato.
28-03-2011
Uno degli EXTRAS dal dvd del film - Mauro Musso
14-03-2011
da "Il Corriere Alba Bra" del 14-03-2011
Presentato il film-documentario che ripercorre storie positive a far emergere il negativo
Un’eresia che salva le colline dal cemento
Contraddizioni e speranze in una terra mitizzata e bistrattata
di Stella Marinone
Il 4 marzo, al Festival Piemonte Movie, è stato presentato in anteprima nazionale il film-documentario “Langhe doc. Storie di eretici nell’Italia dei capannoni”. Il regista-architetto Paolo Casalis, in collaborazione con il giornalista Federico Ferrero, affronta, attraverso le storie di tre personaggi controcorrente, la trasformazione che, in poco meno di vent’anni, ha portato un territorio candidato a Patrimonio dell’Umanità Unesco a soffrire il peso della crescente industrializzazione.
Urbanizzazione del paesaggio, abbandono delle aree e delle colture meno pregiate, cementificazione hanno ormai intaccato le radici langarole, mutandone l’essenza in maniera forse irreversibile.
Una metamorfosi talmente lenta da passare quasi inosservata. E per questo ancora più pericolosa. La denuncia è affidata alla voce e alle vite di tre “eretici”, persone che agiscono in modo diverso, anzi diametralmente opposto rispetto al processo che, inconsapevoli, sembra ormai aver fagocitato tutti gli altri. “Non storie di chi rovina il paesaggio, di gente da additare come colpevole di tutto quanto, ma storie positive grazie alle quali, per contrasto, fare emergere il negativo che c’è, e che vediamo tutti” (P. Casalis).
Così Maria Teresa Mascarello, raccogliendo l’autorevole eredità del padre Bartolo, patriarca del Barolo, continua a “fare il vino” secondo la tradizione, lontana dal business della corsa all’oro che, tra gli anni Ottanta e Novanta, ha spesso trasformato in frenesia produttiva una professione storicamente fondata sulla passione. Quella vera, fatta
di fatica, sudore nelle vigne e tanta, tantissima, pazienza.
Dal vino alla pasta, all’insegna del buon cibo, ecco la storia di Mauro Musso, da addetto in un ipermercato della zona a produttore di pasta in proprio. «Vedendo le schifezze che vedevo io tutti i giorni, mi dicevo che ci vuole un minimo di rispetto per la gente. […] Con grani antichi, senza forzare le tappe per tutelare la salubrità del prodotto. Uso macinazioni a pietra, perchè la pietra non riscalda la farina quando è carica di lavoro, e ne mantiene le caratteristiche. Se invece di un quintale all’ora se ne volessero fare trenta, la farina si snerverebbe». Alta qualità, dunque, cui corrisponde un prezzo adeguato, ma ragionevole, se si considerano i tempi di lavorazione, la cura nella scelta delle materie prime e la conseguente consapevolezza per il cliente di non mangiare prodotti economicamente attraenti e sicuramente lavorati, troppo.
Di formaggi – e soprattutto di pecore – si occupa Silvio Pistone, per vent’anni piastrellista, convertitosi poi alla produzione di “tume eretiche”, nate dal premuroso allevamento dei suoi trenta animali. Un lavoro faticoso, che assorbe tutti i giorni, tutto l’anno, da mattina a sera. É per questo che sono rimasti in pochi a farlo. E per lo stesso motivo ormai mangiare una tuma buona – veramente – è fortuna rara per i profani o frutto di ricerca minuziosa per gli intenditori.
«Nella radicalità di pensiero e scelte, Maria Teresa, Silvio e Mauro prestano il fianco a obiezioni e dubbi: forse non possiamo fare tutti come loro, non si può comprare solo cibo di qualità, la loro produzione è per pochi, i loro prezzi sono per un élite di consumatori, e così via. Eppure in fondo alle loro storie, alle loro contraddizioni, si intravede una luce». Casalis inquadra il suo lavoro aprendo alla sensibilità di ciascuno una riflessione da interiorizzare e condividere per poi
scorgere la possibilità di un cambiamento. L’indagine affrontata dal documentario, e corredata da un libro di Federico Ferrero, si fregia anche dell’importante intervento di Giorgio Bocca: «Nel breve spazio della mia lunga vita l’Italia è cambiata in una maniera spaventosa. É tutta una lotta contro il tempo, bisogna riuscire a diventare civili prima che il disastro sia completo. Bisogna vedere se arriviamo ancora in tempo a salvare questo paesaggio. Per me in gran parte l’abbiamo già distrutto».
Stella Marinone
09-03-2011
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08-03-2011
“Eretici” nell’Italia dei capannoni / di Giulio Segino
pubblicato sulla Gazzetta d'Alba del 08-03-2011
Suona strano sentire parlare di eretici riferendosi a langaroli produttori di cibo, ma i 52 minuti del documentario Langhe doc di Paolo Casalis, regista e architetto braidese, le 28 pagine del volumetto curato dal giornalista albese Federico Ferrero e la grafica di copertina realizzata da Valerio Berruti, apprezzato artista internazionale, vanno diritti al punto: la “mitologia” – o meglio la grandeur – albese secondo cui tutto il vino e il cibo che da qui ha origine merita, a prescindere, il marchio di eccellenza è superata, sepolta. Ma oggi chi non si arrende ai gusti (e ai metodi di produzione) dettati dalla globalizzazione rischia di venire definito “eretico”.
Il film è stato presentato venerdì scorso in anteprima nazionale al festival Piemonte movie di Torino e sarà distribuito con il passaparola e tramite il sito del documentario www.langhedoc. it, almeno per il primo migliaio di copie; poi si vedrà.
Il dvd racconta la terra pregiata di Langa e le sue trasformazioni – il sottotitolo è Storie di eretici nell’Italia dei capannoni – legate alle necessità dello sviluppo economico, cucendo le storie di Maria Teresa Mascarello, Silvio Pistone e Mauro Musso sui brani di un’intervista a Giorgio Bocca, memoria storica di una Langa che non esiste più, a cui è affidato il compito di delineare gli scenari futuri delle Langhe, tra candidature all’Unesco e scempi edilizi.
La genesi del documentario è singolare: l’incontro tra Casalis e Ferrero è avvenuto dopo che il primo, con in mente un film di denuncia contro gli scempi al paesaggio, ha letto un post nel blog in cui il secondo – che lavorando a Milano resta a lungo nella capitale economica italiana – racconta il ritorno ad Alba accompagnato da un amico, convinto dallo stesso Ferrero a venire a conoscere quell’Eden che è la città un tempo chiamata delle “cento torri”.
Agli occhi dell’ospite la realtà è ben diversa da quanto noi albesi siamo soliti vedere – ma non osservare – e le differenze tra la periferia albese fatta di capannoni, centrali elettriche e tetti blu poco si scosta dalla realtà dell’hinterland milanese, con i condomìni più grandi d’Europa. I due autori sono così partiti alla ricerca di chi, anziché continuare a riempirsi la bocca della parola “territorio”, sta facendo qualcosa per salvare il paesaggio e la tradizione. Chi sono gli “eretici” di Langhe doc? Maria Teresa Mascarello che, sulle orme del padre Bartolo, porta avanti la tradizione vinicola, fuggendo dalla moda del vino e da «chi farà il Barolo frizzante, quando gli americani lo chiederanno ».
Poi c’è Silvio Pistone, che dopo aver lavorato per vent’anni assieme al padre piastrellista, nel 1998 ha deciso di trasferirsi a Borgomale per produrre formaggio come si faceva una volta, allevando pecore di Langa, anche se «lavoro il doppio e guadagno la metà di prima». Mauro Musso è passato dall’azienda familiare, spazzata via dall’alluvione del 1994, al lavoro in un ipermercato prima di dedicarsi alla produzione artigianale dei tajarin percorrendo una strada opposta a quella della grande distribuzione che ha ben conosciuto.
04-03-2011
"Langhe Doc - Storie di eretici nell'Italia dei capanonni" presentato in prima nazionale al Festival Piemonte Movie.
Il film partecipa al concorso ufficiale (10 i film in concorso) nella sezione documentari.
Appuntamento al Cineporto di Via Cagliari 42,
Torino, alle ore 19:00 di Venerdì 4 Marzo.
Langhe Doc world premiere at Piemonte Movie 2011 Glocal Film Festival - Official Selection
25-02-2011
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03-02-2011
Da "La Stampa" del 03-02-2011, "La Storia" di Andrea Scanzi
01-02-2011
Il montaggio del film è finito, ora è davvero tutto pronto e ci stiamo preparando alla distribuzione di Langhe Doc.
Vi ricordiamo che potete prenotare la vostra copia all'indirizzo http://www.produzionidalbasso.com/pre_489.html
Intanto vi regaliamo un piccolo estratto dal film, un confronto/incontro tra due generazioni, tra Maria Teresa Mascarello e il padre Bartolo
30-10-2010
28-10-2010
"Langhe Doc" ha ricevuto il Patrocinio della Film Commission Torino Piemonte, "per le potenzialità cinematografiche e il valore culturale e sociale"
30-10-2010
Intervista a Silvio Pistone, uno dei protagonisti di "Langhe Doc"
Di Franco Bartocci, pubblicata sulla rivista "Langhe - Oltre il sinai delle colline"
10-09-2010
Online il nuovo trailer di Langhe Doc. Dopo una prima clip di anticipazione, ora è possibile iniziare a conoscere i personaggi del film, le loro storie, i loro pensieri.
A new version of the movie trailer is online. Have a first look to the movie characters and their stories.
23-08-2010
Da oggi è possibile seguire Langhe Doc anche su Facebook, per avere in tempo reale aggiornamenti, news, anteprime
Now you can follow Langhe Doc on Facebook
08-11-2010
Langhedoc.it è online
Langhedoc.it is online
12-07-2010
Di pecore nere e di pecoroni
di Federico Ferrero - pubblicato sul sito Provinciadialba.info
Il teaser che vedete qui sopra (vd. home page) è opera di Paolo Casalis (...)
Nel condensato di Langhe Doc per ora disponibile trovate Giorgio Bocca, col quale abbiamo parlato pochi mesi fa; e vedete all’opera alcuni eretici dell’albese. Gente che non ci sta, non paga per apparire, non fa la cresta per guadagnarci un euro in più. Sono imprenditori mossi dalla passione, animati dalla voglia di creare qualcosa di diverso dall’indifferenziato, grigio, piatto panino-alla-mortadella cui ormai siamo abituati da anni di Mediaset, Raiset, Tv Sorrisi e canzoni, Tg1 e cinepanettoni. Queste persone esistono ancora: basta cercarle.
Ci torno fra poco, sugli eretici. Perché non è bella cosa parlar di sé, lo so, ma nel suo ultimo lavoro, Il vino degli altri (Mondadori) l’amico Andrea Scanzi ha dedicato alle nostre scorribande langarole addirittura un capitolo. Dal quale si evince, primariamente, che il nostro tasso alcolico dopo le 23 farebbe scattare sull’attenti – con onor di battimani – il consigliere regionale Alberto Cirio, noto soldato dell’esercito antietilometro. In una delle ultime visite, prontamente riportate nel libro, Scanzi e Ferrero erano alle prese proprio con i rappresentanti dell’eresia produttiva locale, alcuni dei quali compariranno anche in Langhe Doc.
Il primo si chiama Ezio Cerruti (...)
Sodale di Ezio e altro grande eretico, quella sorta di Doctor Jekyll reduce da una cura contro l’anoressia che vedete pastificare nel filmato qui in alto è Mauro Musso. Invece di continuare far marchette o di occuparsi di minchiate assortite (e scusate per l’assortite) sarebbe bello se qualche pubblicazione locale, ogni tanto, si occupasse anche di gente come lui. Figuratevi: se abitate ad Alba o paesi della zona, e siete lettori più o meno assidui della stampa del posto, vi risparmio la fatica. Inutile cercarlo: non ne parla nessuno, visto che non paga la stecca, quindi non sarà mai interessante come l’ultimo modello di macchina tritamonnezza dell’impresa Monnezzari Egidio e Fratelli di Frabosa Soprana. Ebbene, Musso lavorava in un ipermercato (quelli, sì che pagano perché si scriva di loro: non a caso vengono omaggiati di imperdibili interviste al caporeparto della – ehm – gastronomia o al direttore del bancone frutta e verdura, dove cetrioli e sedano hanno lo stesso sapore). Uno dei tanti ipermercati dell’albese e dintorni. Troppi: lo hanno lasciato a casa, infatti. Da appassionato di cibo sano e di cucina ‘nostra’, però, Musso non si è fatto prendere dal panico, nonostante non fosse più un ragazzino. Ha tirato su un laboratorio, dietro casa. Ha rischiato, all’inizio con amici, poi è rimasto da solo. Si è messo a fare i tajarin. Anzi, “tagliolini estrusi ed estrosi non bisognosi di sugo”.
Ma non tajarin qualsiasi: quelli ci sono già. E non sono neanche i tajarin della gastronomia, quelli che dovrebbero essere (e spesso sono) migliori rispetto ai pacchetti di merce industriale. I suoi appartengono a un altro pianeta. Musso usa soltanto semole pure, non passate per le mani diaboliche dei laboratori di mutazione: le varietà Russello, Tumminia nero, Senatore Cappelli. Nomi sconosciuti non solo a chi fa la spesa per il pranzo della domenica al megamarket ma anche a tanti di coloro che comprano a peso d’oro la loro pasta fresca, pensando di fare acquisti di lusso. Pasta per la quale, senza dirvelo, magari non hanno usato uova fresche (che quel matto di Musso compra solo biologiche, e delle migliori, e le rompe una a una, col colino per evitare che cadano nell’impasto microframmenti di guscio) ma siringoni di tuorli pastorizzati, così risparmiano (loro che vendono, risparmiano. Voi, ovviamente, no).
E il gusto? Anche quello è di un altro pianeta. Non assomigliano a niente che abbiate già assaggiato a forma di pasta. E la digestione? Quella vi farà un monumento. Non appesantiscono, non si ripropongono, non vi fanno sudare nottetempo come una salita sul Tourmalet, esperienza ricorrente per chi consuma carboidrati raffinati dall’industria del cibo. Insomma: esistono un pre-Musso e un dopo-Musso, per chi ama i tajarin albesi. Nel post, peraltro, godimento a parte sorge un quesito: per anni, in tutti i ristoranti e osterie e vattelapesca, pure quelle rinomate, che diavolo ci hanno dato da mangiare?
Il terzo eretico è Silvio Pistone. Quello che si fa le sigarettine mentre le pecore vanno al pascolo. Silvio lavorava come piastrellista. Non era il suo. Un bel giorno si è rotto le scatole e ha mandato tutti al diavolo per rincorrere il suo sogno: allevare pecore, fare il formaggio con le sue mani.
Ha una cascina a Borgomale, un bel po’ di animali e una maestria nel produrre le tume di Langa difficilmente rintracciabile altrove. Oramai tutti fanno le tume, come tutti fanno i tajarin. Strano, però, che spesso capiti di masticare della plastica pagata venti euro al chilo, o qualcosa che assomiglia maledettamente a una formaggetta anonima fatta con latte di mucca nonostante l’etichetta giuri il contrario. Le tume di Pistone, invece, avvicinano un’esperienza mistica. Senza segreti. Silvio conosce l’arte, usa solo il meglio, infonde passione nei gesti quotidiani. Tutte cose che richiedono tempo, fatica e pazienza. Non è roba per affaristi, non è roba per trafficoni, né per pubblicitari. Sono cose buone, buone davvero. Ma siccome sono eretici, e non spendono soldi per farlo sapere, quasi nessuno ve lo dice. Come sapete provinciadialba fa pubblicità, e gratis, solo a chi la merita. Se cercate i rivoluzionari li trovate qui:
Mauro Musso, Casa dei Tajarin
Viale Cherasca, 94 12051 Alba (CN) – tel. 0173/363575 e-mail: mauro.musso@libero.it
Silvio Pistone
Via Alba Borgomale, 12050 Borgomale (CN) Tel. 0173/529285 e-mail: s.pistone@cascinapistone.it
Langhe Doc
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